Dossier Giornata ESS 2019

Vivere la partecipazione a scuola

Questo dossier - elaborato in occasione della Giornata ESS 2019 "Partecipazione: forme e sfaccettature nella pratica a scuola" - introduce la tematica con proposte concrete, testimonianze, strumenti utili e altre risorse con lo scopo di far vivere la partecipazione con e fra gli allievi e con i docenti!

Introduzione

   1. Pertinenza del tema

   2. L'importanza della partecipazione

   3. La partecipazione nel Piano di studio

A scuola

Partecipazione a scuola è…

... coinvolgimento attivo di tutte le componenti della comunità scolastica: allievi, docenti, genitori.

... condivisione attiva alla vita della scuola nei suoi diversi aspetti siano essi educativi, didattici, sociali, ambientali.

... promozione della salute al fine di sviluppare un buon clima scolastico.

Tutti i gradi di scuola possono vivere la partecipazione a partire dalla scuola dell’infanzia, passando alla scuola elementare, alla scuola media, fino alla scuola media superiore e gli istituti professionali, questo mantenendo forme e modalità di intervento specifiche. Gli organi scolastici preposti all’implementazione della partecipazione possono essere individuati nella direzione scolastica, collegio dei docenti, l’assemblea degli studenti e quella dei genitori e il consiglio di istituto. Essi hanno a disposizione spazi e modalità quali: Progetto Educativo d’ Istituto (PEI), Monte Ore, Giornate di istituto, giornate autogestite, Ora di classe. La conduzione dell’istituto gioca un ruolo importante per creare una cultura della partecipazione.

Gli spazi e gli organi di partecipazione sono previsti all’interno degli istituti scolastici ma questi da soli non garantiscono una vera partecipazione. Pensiamo in particolare alla partecipazione degli allievi alla vita della scuola. La sola esistenza dell’assemblea degli allievi non garantisce un reale coinvolgimento degli stessi. È necessario che gli allievi vengano sostenuti nel loro percorso verso l’autodeterminazione. La scuola è un luogo dove «imparare» a partecipare per poi partecipare alle scelte a scuola e nel futuro nella società. È necessario investire tempo e risorse nell’’accompagnamento alla partecipazione.

Per promuovere la partecipazione degli allievi, la scuola, trasversalmente, promuove le competenze psicosociali quali la consapevolezza di sé e dei propri bisogni, la capacità di comunicare e relazionarsi, il senso critico, l’autoefficacia. Creare all’interno dell’istituto una cultura della partecipazione richiede un processo lungo e un investimento di tempo ed energia, infatti:

  • Partecipare significa ascoltare e confrontarsi per raggiungere scelte condivise dalle diverse componenti della comunità scolastica.
  • Partecipare richiede tempo… perché una vera partecipazione è condivisa.
  • Partecipare richiede spazi di partecipazione che siano realmente utilizzati e un vero e proprio accompagnamento alla partecipazione.

Come promuovere la partecipazione?

  • Offrendo spazi di confronto tra gli organi di rappresentanza delle diverse componenti della scuola (direzione, docenti, studenti, genitori).
  • Partendo da situazioni e bisogni concreti identificando in maniera partecipata le azioni da intraprendere.
  • Identificando in maniera condivisa obiettivi raggiungibili e realistici. La motivazione alla partecipazione attiva alla vita della scuola si costruisce se si vedono i cambiamenti.
  • Lavorando sul senso di appartenenza alla scuola (per es. festeggiare i successi, le tappe importanti). Sentendosi parte della comunità scolastica si è disposti a impegnarsi e contribuire a migliorare il contesto di vita.
  • Promuovendo la cura e l’attenzione del LUOGO. Cultura di sede.
  • Incentivando gli studenti a partecipare e a rendersi protagonisti delle nuove esigenze educative e delle sue soluzioni.
  • Promuovendo spazi di ascolto autentici e spazi per esprimersi.

Alcuni esempi di progetti e attività che prevedono la partecipazione attiva degli allievi sono (ulteriori esempi anche nel capitolo "strumenti"):

  • Mediazione tra pari – Peace Force® – Progetti realizzati nelle scuole medie di Barbengo, Chiasso, Gravesano, Massagno e Tesserete.
  • Peer Education – «GOPeer» – Progetto della scuola media di Giubiasco, in collaborazione con la Croce Rossa, SUPSI e Radix S.I.
  • Senso di appartenenza – Go talent – Progetto scuola media di Tesserete.
  • Orti urbani – Sale in zucca! – Progetto del Liceo Lugano 1.
  • Coscienza collettiva – La scuola al centro del villaggio – Progetto della Scuola Professionale Artigianale e Industriale (SPAI).
In classe

Dal consenso teorico alle azioni concrete

Gli allievi e i giovani in genere, sono portati a prendere molto sul serio gli effetti prodotti dalle azioni degli esseri umani sul sistema Terra o sulle iniquità sociali vissute nella sfera più intima o percepite a livello globale, ciò non implica però che siano spontaneamente disposti a mettersi in gioco con azioni concrete per operare un cambiamento. D’altra parte non sono loro i responsabili di questi effetti, inizialmente li subiscono, per esserne col tempo più o meno consapevolmente coinvolti. Basti pensare a quanti stimoli quotidiani ci portano ad agire e pensare in termini di consumismo, quanti messaggi rinforzino l’illusione di una felicità raggiungibile solo attraverso l’acquisto di prodotti e servizi e la lotta impari che un insegnante si sente chiamato a sostenere per sviluppare il concetto opposto di ridurre i consumi. Nei casi più estremi il docente può ottenere facilmente un apparente consenso su determinati comportamenti da seguire, anche in virtù della sua autorità, ma questo non implica che quanto dichiarato in classe in una condizione subalterna rispetto a quella del docente, sia effettivamente perseguito nella realtà quotidiana dagli allievi. Un’educazione che promuove la partecipazione deve essere applicabile nel mondo reale ed uscire dalla sola dimensione teorica e scolastica.

Riconoscere i valori in gioco

Una visione univoca e di parte e un eccessivo entusiasmo da parte del docente rischiano d‘imporre i valori, o almeno di farli trasparire avvalendosi della propria autorevolezza, anziché incoraggiare gli allievi, dapprima a chiarire e riconoscere i loro, e in seguito ad ascoltare e capire le ragioni degli altri. Gli allievi iniziano a partecipare “lorsqu’ils débutent par écouter les opinions des autres et à exprimer leurs propres points de vue sans s’imposer aux autres” [1]. In questo approccio nel quale la classe si nutre e cresce di democrazia, gli insegnanti dovrebbero accompagnare gli allievi, mettendo in dubbio e in gioco le loro stesse convinzioni e agire da partner informali ed egualitari.

La migliore strategia didattica per rassicurare gli allievi a esprimersi in modo autentico e senza timori, è il dibattito a piccoli gruppi nei quali ognuno gode di uno spazio più protetto e riservato per esprimersi; il docente può intervenire in modo discreto per aiutare gli allievi a organizzare le loro idee, idee che saranno in seguito condivise da un presentatore e dibattute in una successiva fase plenaria [2]. Il dibattito plenario può rivelarsi utile anche nelle fasi di entrata in materia nella quale il docente cerca di far emergere le domande attraverso degli stimoli iniziali, il ricorso alla provocazione in questo caso, può rappresentare un innesco assai efficace per raccogliere delle reazioni autentiche e spontanee negli allievi. Per riconoscere le ragioni dell’altro può rivelarsi utile il gioco di ruoli dove gli allievi sono chiamati a difendere una posizione ben definita che non necessariamente corrisponda alla loro. L’attribuzione di un ruolo non deve per forza riguardare un essere umano, e tradursi in un gioco di parti parlato, può essere riconosciuto anche ad altri esseri viventi che esprimono le loro ragioni in un testo di sintesi dopo che tutte le posizioni sono state esaminate e approfondite (vedi esempio testo in nota [3]). A prescindere dalla strategia didattica adottata, gli allievi saranno in ogni caso chiamati a sviluppare e perfezionare le loro capacità comunicative e ad acquisire una maggior sicurezza e disinvoltura nell’esprimersi.

La conoscenza per produrre un cambiamento

Per la sua apertura al mondo reale e alle competenze trasversali, l’educazione alla sostenibilità dovrebbe cambiare radicalmente tutto il modo d’intendere la programmazione scolastica, l’ESS infatti “implies a change of fundamental epistemology in our culture and hence also in our educational thinking and practice. Seen in this light, sustainability is not just another issue to be added to an overcrowded curriculum, but e gateway to a different view of curriculum, of pedagogy, of organizational change, of policy and in particular of ethos.” [4] In questo cambiamento di paradigma gli apprendimenti sono sentiti come indispensabili dagli allievi stessi, quando sono investiti dalla responsabilità di prendere delle decisioni che portano a cambiamenti concreti. Gli esiti finali di questi processi partecipativi sono originati o s’innestano in percorsi di apprendimento tradizionali come potrebbe essere quello sulla vita nella scuola d’infanzia, attraverso un percorso assai ricorrente sull’allevamento dei pulcini. Attraverso i loro apprendimenti e le loro domande i bambini si sono resi conto che gli allevamenti di galline ovaiole possono avvenire in diverse condizioni, e scoperto che spesso vivono in gabbie strette, senza spazio per accovacciarsi, né la possibilità per uscire all’aperto. I bambini si sono chiesti spontaneamente da dove vengono le uova che mangiano a scuola e quando hanno scoperto la provenienza da allevamenti poco rispettosi degli animali, insieme alla loro maestra sono andati a protestare dai responsabili della scuola sul trattamento delle galline. Queste proteste hanno portato le autorità comunali e gli stessi genitori ad acquistare uova provenienti da allevamenti rispettosi degli animali [5].

La conoscenza è la linfa che nutre l’attitudine alla partecipazione attiva, e in questo senso si giustifica il valore aggiunto che l’educazione alla sostenibilità assume quando è integrata nelle attività didattiche correnti, nella misura in cui permette agli scolari di ritrovare un senso in quello che apprendono attraverso delle azioni concrete.

"È bello poter partecipare alle attività e alle decisioni. Si riflette tutti insieme". "Sì, ma puoi decidere solamente se sai molte cose su quello che stai decidendo" [6]. Le conoscenze sono pertanto indispensabili per operare delle scelte e prendere decisioni, ma devono agire in contesti di apprendimento nei quali s’intrecciano per restituire un quadro esaustivo delle problematiche. L’ESS trova in questi contesti la sua ragione di intervenire in modo trasversale favorendo lo sviluppo del pensiero olistico e sistemico nei quali le conoscenze acquistano tutta la loro rilevanza e senso.

Il peso della coerenza

Se la partecipazione attiva porta a prendere delle decisioni, gli allievi devono essere coscienti delle loro conseguenze, che possono avere delle ricadute dirette anche nella loro vita e impegnarsi alla coerenza. La condizione essenziale per garantire questo impegno è evitare gli allievi percepiscano queste attività come esercizi d’aula chiusi, senza esito e che fuori dal contesto didattico tutto resti invariato. D’altra parte anche i progetti didattici che conduco a delle azioni concrete, come la gestione degli spazi pubblici cittadini, lo smaltimento dei rifiuti scolastici, misure per limitare traffico e velocità nelle vicinanze della scuola, o ancora i più frequenti “cleaning day”, assumono un valore quando scaturiscono da un’iniziativa autonoma presa dagli allievi e non rispondono ad un desiderio di cambiare la società già prestabilito dagli adulti [7]. Arrivare a questo stadio di intraprendenza da parte degli allievi, richiede tempo e costanza e non si può esaurire nell’arco di un breve e circoscritto percorso didattico, seppur ben fatto.

La pratica riflessiva

Qualsiasi processo di partecipazione attiva non può essere pertanto disgiunto da una riflessione personale (diario personale) o condivisa (bilancio delle attività, consigli di casse) che accompagna gli allievi nel corso delle attività e che possono dar luogo a degli interventi concreti nella misura in cui rispondono a un bisogno reale riconosciuto dagli allievi stessi e sfociano in progetti da loro gestiti.

Il percorso non è lineare, né privo d’inciampi e soprattutto all’inizio, può addirittura sollevare atteggiamenti di rifiuto, ma col tempo rimette in discussione quei modelli mentali che giustificano approcci non sostenibili e si traduce in altri più sensibili alla sostenibilità e che potranno influenzare decisioni e azioni. “en faisant l’expérience de l’éducation en vue du développement durable, j’ai mesuré à quel point il était important de donner le temps aux élèves de réfléchir à ce qu’ils ont appris et d’exprimer leur opinion. Il faut la peine de leur accorder ce temps.” [8]

Le relazioni di potere

La partecipazione dei bambini e dei giovani nei processi decisionali con gli adulti non può ridursi a prendere parte a una discussione.

L’articolo 12 della convenzione sui diritti dell’infanzia stabilisce che: “Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.”

Qualsiasi attività che preveda un ruolo attivo dei giovani all’interno di una comunità deve integrare delle sessioni di lavoro nelle quali gli allievi siano messi nella condizione di riconoscere le forme attraverso le quali le loro decisioni possano trovare degli interlocutori ed essere eventualmente applicate. È inevitabile che il successo di qualsiasi progetto sia in relazione con il potere riconosciuto e/o esercitato dal singolo o dal gruppo che lo sostiene. Gli allievi dovrebbero essere pertanto confrontati e prendere atto dei rapporti di potere che regolano la loro vita quotidiana in famiglia, nella classe, negli istituti scolastici, nelle attività extrascolastiche, ecc. Attraverso l’analisi di situazioni concrete dovrebbero riconoscere quali risorse conferiscono potere (il controllo, il denaro, la posizione, la cultura e l’informazione, l’intimidazione, l’educazione, ecc.) e questo attraverso il richiamo a situazioni che fanno sentire l’allievo in possesso di potere es.: superare la paura e la sensazione di ignoranza mi spinge a entrare in azione, trovare una soluzione creativa per risolvere un problema che sembrava senza soluzione, prendersi cura e aiutare gli altri, capacità d’incutere timore, ecc. o privo: sentirsi escluso, ignoranza, perdita di controllo, sentirsi poco rispettato, ecc.

Attraverso esemplificazioni e giochi di ruoli è necessario chiarire alcuni tipi di potere:

  • potere su qualcosa: persone, risorse, decisioni;
  • potere per qualcosa: legato alla cultura/conoscenza, la capacità e predisposizione a fare qualcosa;
  • poter interiore: legato alla spiritualità e forza interiore;
  • potere collettivo: legato alla forza del gruppo.

Gli allievi dovrebbero riconoscere il messaggio che le forme di potere per qualcosa, interiore e collettivo, sono improntate a delle relazioni eque e promuovono l’effettiva presa in considerazione degli interessi delle persone nella nostra comunità.

Se gli allievi non hanno la possibilità di esplorare come il potere può influire e condizionare la vita e gli ambienti nei quali ogni essere umano si trova ad agire, non saranno in grado di dare voce e aspirare ad avere una parte importante nelle decisioni che li riguardano [9].

 

[1] Affolter C., Barrett M. J., Benedict F., Maria Blasini M., e altri (2008) Impliquer les jeunes dans le développement durable. Initiatives d‘Education à l‘Environnement Conseil de l’Europe (ENSI))

[3] Künzli David C., Bertschy F., de Haan G., Plesse M. (2010) Apprenons à construire l’avenir par l’éducation en vue du développement durable guide didactique pour repenser l’enseignement primaire (Freie Universität Berlin. Berlino)

[4] United Nations Educational, Scientific and cultural Organization (UNESCO). (2010) Tomorrow Today. Tudor rose.(PDF, pag 32).

[5] United Nations Educational, Scientific and cultural Organization (UNESCO). (2010) Tomorrow Today. Tudor rose. (PDF, pag. 183).

[6] Si veda nota 3, pag. 23

[7] Si veda nota 3

[8] Si veda nota 3

Testimonianze

Con l’ausilio della Radiomobile e l’atelier “On Air” abbiamo voluto indagare sul significato della partecipazione e sul ruolo che questo dovrebbe avere a scuola. Per far ciò si sono preparate delle domande a cui hanno risposto 3 docenti che hanno proposto un atelier in occasione della GiornataESS e a 3 studenti/esse del DFA-SUPSI. Nella scelta delle persone abbiamo tentato di rappresentare il territorio e di rispettare il genere.

Ed ecco le risposte ottenute:

  • Cosa vuol dire partecipazione?

     
  • È possibile partecipare a scuola o è un esercizio fine a se stesso?

     
  • Cosa posso fare io come docente per far vivere la partecipazione? Mi metto in gioco e lascio ampio spazio alla partecipazione?

     
  • Ci racconti un esempio significativo di “partecipazione” che ha vissuto in prima persona a scuola. Sia nel ruolo di docente oppure come allievo/a.

Hanno partecipato alle interviste: Stefano Gasperi (Direttore dell’Istituto scolastico di Bioggio), Manuela Varini (Liceo Lugano 1), Lorenzo Scascighini (SPAI Locarno), Alessandra Molinari (DFA-SUPSI, studentessa bachelor in SE), Christian Marchesi (DFA-SUPSI, studente bachelor in SE), Francesco Berta (DFA-SUPSI, studente bachelor in SE) e Martina Archetti (DFA-SUPSI, studentessa master in SM).

Strumenti

Strumenti per la scuola

In questo capitolo sono riunite alcune risorse interessanti per l'utilizzo a scuola con una serie di documenti interessanti sia in italiano sia in francese, alcuni esempi di pratiche scolastiche e per finire una serie di prooposte di attività di attori esterni.

Documenti in italiano

Documenti in francese

  • Partecipazione degli allievi alla gouvernance scolastica
    Il documento è destinato in particolare ai docenti del primo ciclo che desiderano mettere in atto o suscitare un processo che porti alla realizzazione di dispositivi che favoriscano l’implicazione e la responsabilizzazione degli allievi nella gouvernance di un istituto scolastico.
  • Valigia degli attrezzi per l’assunzione di responsabilità da parte dei giovani
    Questa valigia, realizzata dal Consortium conjoint pancanadien pour les écoles en santé sotto forma di libro elettronico, include documenti di riferimento, schede metodologiche, esempi pratici, video, testimonianze, informazioni grafiche relative ad attività che concernono la promozione della salute.
  • Il libretto del delegato ambientale
    Questo libro serve da guida agli allievi (3. ciclo e post obbligatorio) che ambiscono a iniziare un’attività di sviluppo sostenibile all’interno del loro istituto scolastico. Sono incoraggiati a proporre delle azioni che abbiano in impatto positivo sulla scuola vista come luogo in cui si trascorre buona parte della propria vita.
  • Coinvolgere i giovani nello sviluppo sostenibile
    Documento che presenta una serie di pratiche provenienti da differenti paesi. Si tratta di un'ampia gamma di progetti e attività scolastiche create nel campo dello Sviluppo Sostenibile che prevedono una partecipazione attiva degli studenti. Michela Mayer et Johannes Tschapka (Réd.), ENSI (Environment and School Initiatives ENSI ivzw), 2008
  • Pratiche democratiche a scuola  - Schede pratiche e consigli per l’allestimento di dispositivi partecipativi e democratici
    Questo fascicolo pedagogico mira all’allestimento di processi partecipativi e democratici per la concretizzazione dei valori di cooperazione e di solidarietà, al coinvolgimento di giovani e adulti nei processi educativi e a facilitare la comunicazione scuola-famiglia. È indirizzato principalmente ai docenti del 1° e 2° ciclo.
  • Partecipare a scuola: istruzioni per l’uso -Guida pratica per genitori, direzioni di istituto, autorità politiche e per tutte le persone coinvolte nell’educazione
    Questa guida mette in evidenza l’importanza della partecipazione dei genitori alla vita scolastica. La pubblicazione è un ottimo strumento che permette di favorire la relazione scuola-famiglia tramite la presentazione del ruolo delle varie strutture, delle loro modalità organizzative, di esempi concreti di progetti e di attività.
  • Come aiutare gli allievi a vivere ed esercitare la loro cittadinanza?
    Questo sito francese propone consigli interessanti e schede pratiche per incoraggiare la partecipazione degli allievi a scuola, in particolare per la realizzazione di consigli cooperativi di bambini.

 

Esempi di pratiche scolastiche

1° e 2° ciclo

  • Per una scuola dove partecipazione fa rima con azione !
    Scheda di presentazione dell’esperienza della scuola primaria Terre-Sainte di Coppet VD, dove gli allievi godono di un margine d’azione importante per poter esprimere i propri bisogni e svolgono una parte attiva nell’elaborazione, nell’attuazione e nella valutazione dei progetti.
  • Empowerment e partecipazione come punti centrali
    Scheda di presentazione dell’esperienza della scuola di Gettnau LU, dove il concetto di partecipazione  fa parte del quotidiano della scuola.

3° ciclo

  • Mediazione tra pari – Peace Force®
    Progetto condotto nelle scuole medie di Barbengo, Chiasso, Gravesano, Massagno e Tesserete. L’obiettivo è quello di rendere i ragazzi e le ragazze capaci di cooperare e di essere gli unici responsabili della gestione attiva nella ricerca di soluzioni al conflitto. Maggiori informazioni sul metodo qui.
  • GOPeer
    Progetto realizzato dalla scuola media di Giubiasco, in collaborazione con Croce Rossa, SUPSI e Radix S.I. Un gruppo di ragazzi e ragazze di terza e quarta media, dopo aver seguito una formazione specifica durante l’anno scolastico, gestiscono momenti di discussione e confronto con i propri pari sulle tematiche inerenti le dipendenze e l’utilizzo delle nuove tecnologie.
  • Go talent
    Progetto della scuola media di Tesserete che si pone l’obbiettivo di rafforzare il senso di appartenenza e migliorare le relazioni tra allievi con una ricaduta positiva sul clima scolastico. Il progetto prevede di rendere protagonisti i ragazzi e le ragazze nella realizzazione dei due eventi di chiusura dell’anno scolastico (la giornata finale e la serata di gala)
  • Sfruttare le risorse con consapevolezza e liberare energia!
    Scheda di presentazione dell’esperienza della Freie Schule de Winterthour ZH, che ricorre alla partecipazione degli allievi per sviluppare numerosi progetti.
  • Quando la scuola si trasforma in una cittadina
    Ogni tre anni, poco prima delle vacanze estive, il collège Rambert di Montreux-Ovest dichiara la propria indipendenza e per tre giorni vive come una cittadina a tutti gli effetti, animata dagli stessi allievi

Secondario II

  • Sale in zucca
    Scheda di presentazione dell’esperienza del Liceo Lugano 1 che, partendo da una richiesta d’azione dei ragazzi giunta a seguito della visione del film Domani, ha dato avvio ad un progetto di orto didattico con l’obiettivo di dare una maggiore consapevolezza sull’importanza della biodiversità urbana, dell’agricoltura sostenibile e dell’impatto ambientale delle scelte individuali. Il progetto ha coinvolto diverse classi e istituti e la città di Lugano.
  • STEP into Action: come essere portatori di cambiamento?
    Scheda di presentazione dell’esperienza  del CEC André-Chavanne di Ginevra, che, con l’intervento di  de step into action, ha cercato di mobilitare gli studenti in diversi progetti.
  • La scuola al centro del villaggio
    Scheda di presentazione dell’esperienza della SPAI di Locarno dove si cerca di trasformare la scuola in un microcosmo di quello che potrebbe essere la società del futuro partendo da due riflessioni fondamentali: “il ruolo della scuola nella società” e “quale tipo di società vogliamo essere”.
  • Il proprio benessere e quello dell’altro
    La filosofia alla base della Scuola di Commercio e Cultura Generale di Monthey è che per occuparsi di se stessi, bisogna anche occuparsi dell’altro e dell’ambiente. L’idea è quella quindi di trattare sia la tematica della salute sia quella dello sviluppo sostenibile.

 

Offerte di attori esterni

  • La gioventù dibatte
    «La gioventù dibatte» è uno strumento, tra altri, dell’educazione alla cittadinanza, il cui scopo è quello di promuovere la pratica del dibattito fra i giovani e di stimolarli a partecipare alla vita democratica, perché, anche in Svizzera, la democrazia non cade dal cielo.

  • Campus democrazia
    Campus democrazia è una piattaforma nazionale per l’educazione politica e la partecipazione che riunisce attori provenienti sia dal mondo accademico sia lavorativo, allo scopo di promuovere l’educazione civica e la partecipazione politica, in particolare quella di bambini, giovani e persone residenti senza cittadinanza svizzera.
  • Fondazione eduki
    La Fondazione eduki ha come obiettivo la promozione dell’educazione e della sensibilizzazione dei giovani alla cooperazione internazionale e al lavoro delle organizzazioni internazionali. Ha inoltre lo scopo di sostenere la vocazione internazionale della Svizzera e di contribuire a creare legami duraturi tra le organizzazioni internazionali e i giovani.
  • Fondazione Villaggio Pestalozzi – Powerup Radio
    Dal 2006 le scuole hanno la possibilità di usufruire del Radiobus Powerup. Si tratta di un furgoncino che contiene un studio radio completo adatto per realizzare delle trasmissioni. Queste vengono elaborate dall’inizio alla fine dai giovani partecipanti.
  • Service learning
    Il Service-Learning è un metodo pedagogico-didattico che unisce un'attività di volontariato sociale a favore della comunità (> Service) all’insegnamento scolastico e accademico (> Learning). I progetti di Service-Learning possono essere realizzati a tutti i livelli, dalla scuola dell’infanzia all’università.

 

Altro

Per approfondire ulteriormente la tematica, vengono indicate qui di seguito alcune pubblicazioni ritenute utili e interessanti.

  • La scala di partecipazione di Roger Hart | La scala della partecipazione presentata è un diagramma che consente di descrivere una tipologia iniziale di pensiero intorno alla partecipazione dei bambini nei progetti che li riguardano.
  • Partecipazione e promozione della salute | L’azione comunitaria è un elemento fondamentale della promozione della salute e rappresenta uno dei cinque pilastri della promozione della salute secondo la Carta di Ottawa.

Il dossier

come PDF stampabile
nella Rete Scuole21

Hanno collaborato al dossier:

Vincenza Guarnaccia (Radix)
Fabio Guarneri (éducation21)
Marco Lupatini (DFA-SUPSI)
Urs Kocher (DFA-SUPSI)
Luana Monti (DFA-SUPSI)
Nicolò Osterwalder (DECS)
Luca Reggiani (DFA-SUPSI)
Roger Welti (éducation21)

Con il sostegno finanziario di

Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS

La Giornata ESS

Sintesi e materiali della manifestazione del 2019 sono disponibili qui.

    > Tutte le edizioni della Giornata ESS      

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