Eliminazione e riciclaggio

Questo approfondimento tematico fa parte del dossier pedagogico "Pronto, chi parla?"
 
Esso è completato dai seguenti temi:
 
Per ogni capitolo trattato sono messi in evidenza gli aspetti principali toccati:
società , ambiente , economia e le due dimensioni: spaziale (qui e in altri paesi) e temporale (passato, presente e futuro).
 
Riciclo

Cosa succede con i telefoni cellulari usati?     

In Svizzera, solo due telefoni cellulari su dieci vengono riciclati. Cosa succede con gli altri otto apparecchi? La maggior parte di essi rimane nei cassetti dei loro proprietari, i quali spesso non sanno cosa fare con un apparecchio ancora funzionante...

Gli smartphone riciclati in Svizzera sono troppo pochi. Sono circa otto milioni gli abitanti del nostro paese e si stima che altrettanti siano gli apparecchi funzionanti lasciati inutilizzati nei cassetti, per un valore totale di circa 60 milioni di franchi svizzeri, che si potrebbero riciclare. A questo proposito è opportuno sapere che dal 1994 in Svizzera si riscuote una tassa di riciclaggio anticipata (TRA) sui nuovi apparecchi elettronici ed elettrici. Questa imposta serve per il corretto riciclaggio delle apparecchiature, il riciclo dei materiali e lo smaltimento a norma dei materiali non riutilizzabili e delle sostanze dannose. Essa è pagata dal consumatore ogni volta che compra un nuovo apparecchio. Grazie a questa tassa, i vecchi telefoni possono essere riconsegnati gratuitamente ai punti vendita che li inviano in seguito ad un centro di riciclaggio. L'associazione SWICO, che raggruppa i produttori e gli importatori di apparecchi elettronici, gestisce la loro raccolta e il loro smaltimento.

Fonte: Invasione smartphone (rsi, Falò del 2.5.19)

I ¾ circa degli elementi di uno smartphone possono essere recuperati e riutilizzati. Solo una piccola parte di questi, come ad esempio la plastica, viene invece eliminata bruciandola negli inceneritori. Il recupero è particolarmente interessante per le materie prime come ad esempio rame, oro, argento, palladio e terre rare. Basti pensare che per ricavare 9 g di oro occorre estrarre 1'000 Kg di pietre, mentre smaltendo 1'000 Kg di smartphone si possono ricavare ben 280 g di oro che non devono venire estratti dalla Terra con ripercussioni sull’ambiente. I rifiuti elettronici rappresentano le miniere del futuro: abbondanti, disponibili e molto più ricche di quelle classiche. La vendita delle materie prime recuperate permette così il finanziamento di quasi il 50% delle attività legate al riciclaggio degli apparecchi. Il rame, metallo raro e costoso, si trova in grandi quantità in un cellulare e costituisce una delle maggiori risorse provenienti da questo commercio. La tassa anticipata copre invece il rimanente 50% dei costi.

 

Non solo riciclo, ma anche riuso

 

 
Il sistema di riciclaggio praticato in Svizzera non prevede alcun tipo di smistamento dei cellulari recuperati. Gli apparecchi vengono distrutti indipendentemente dal fatto che funzionino o meno. Pertanto, i costi ecologici sono molto alti proprio nel momento in cui si produce un telefono cellulare o un altro apparecchio elettronico. Un loro eventuale riutilizzo permetterebbe di ridurre almeno in parte questo impatto. I telefoni in buono stato o riparabili possono infatti essere facilmente riutilizzati prolungandone la durata di vita.

 

 

La convenzione di Basilea e la Svizzera 

 

 
La Convenzione di Basilea è stata adottata nel 1989 sotto l'egida dell'ONU, per regolamentare i movimenti internazionali dei rifiuti pericolosi. È stata ratificata dalla quasi totalità dei Paesi, ad eccezione degli Stati Uniti e di Haiti. Essa proibisce le esportazioni di rifiuti tossici (per esempio, dei telefoni cellulari difettosi) verso i Paesi in via di sviluppo, fintanto che il paese ricevente non sia in grado di provare che può provvedere al loro smaltimento in maniera corretta. La legislazione svizzera va oltre e autorizza unicamente le esportazioni di rifiuti tossici verso i Paesi membri della OCSE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che raggruppa 57 stati di Europa, Asia Centrale e Nord America). Il principale produttore di rifiuti elettronici al mondo, gli Stati Uniti, non ha ratificatola Convenzione ed esporta l'80% dei suoi scarti principalmente in Cina e in India.

Scopri il testo della Convenzione di Basilea qui (0.814.05)

 
   
Discariche

Il Sud: discarica del Nord? L’esempio del Ghana.       

 

Una buona parte dei telefoni cellulari usati è spedita nei Paesi in via di sviluppo. In teoria, queste esportazioni permettono di prolungare la vita degli apparecchi e di migliorare l'accesso alle telecomunicazioni alle popolazioni del Sud. Per esempio, il Ghana, paese dell’Africa occidentale in forte crescita economica, è un importante centro di ricezione, riutilizzo, recupero e smaltimento di rifiuti elettronici. Accra, la capitale, ospita un fervente mercato dell’usato e una rete diffusa di negozi di riparazione, ma anche una fra le più grandi e più inquinate discariche di rifiuti elettronici del mondo.
 

Una seconda vita troppo breve

L'invio di materiale di seconda mano verso i Paesi in via di sviluppo, (soprattutto telefoni cellulari e computer), è estremamente importante perché permette alle popolazioni locali di avere accesso alle nuove tecnologie. Ne è un esempio il Ghana dove televisione e internet sono sempre più diffusi e molti degli studenti universitari possiedono un computer grazie agli apparecchi di seconda mano. 


Fonte: La repubblica dei rifiuti elettronici (Rivista Internazionale)

Ma gli impatti negativi possono essere altrettanto considerevoli. Gli apparecchi esportati spesso hanno vissuto (in media) due o tre anni, e in parte arrivano difettosi o rotti a destinazione, contravvenendo così alla Convenzione di Basilea (vedi capitolo precedente). La loro seconda vita può risultare quindi molto breve, da qualche settimana a un anno, finendo ben presto in discarica. Questi figureranno nelle statistiche come rifiuti elettronici prodotti localmente e contribuiscono ad aumentare la montagna di rifiuti prodotti. Montagna che i Paesi in via di sviluppo fanno notoriamente fatica a gestire poiché il trattamento dei rifiuti elettronici, rispettoso dell’ambiente e della salute, ha un costo molto elevato.

 

Un disastro sociale, ecologico e sanitario

Ad Agbogbloshie, un’area all’interno della capitale del Ghana, come in altri luoghi sprovvisti di infrastrutture per un corretto smaltimento dei rifiuti, uomini e bambini estraggono – con metodi nocivi per l’ambiente e la salute – rame, alluminio e altri materiali destinati a tornare alle industrie e alle raffinerie dei paesi sviluppati.


Fonte: La repubblica dei rifiuti elettronici (Rivista Internazionale)

Chi è costretto a vivere in questi luoghi e a riciclare i rifiuti a mani nude, senza una protezione adeguata e una formazione specifica, lo fa per motivi economici, per sopravvivere e non morire di fame. Lo smaltimento dei rifiuti è una delle principali fonti di reddito per la popolazione locale. Le persone che manipolano i vecchi apparecchi bruciando le parti plastiche per il recupero del rame o dell'oro in essi contenuti, sono esposti a gas tossici che presentano dei rischi notevoli per la salute, specialmente per la pelle, le vie respiratorie, i reni e il sistema nervoso. Ma anche i metalli pesanti, che contaminano i fiumi, il mare e il suolo rappresentano un rischio per la salute in quanto possono finire indirettamente nel corpo tramite, per esempio, l’alimentazione che in Ghana si basa su pesce e frutti di mare.

 

L’altra faccia della medaglia

Sono necessari un maggior rispetto delle norme internazionali in vigore, sia al Nord sia al Sud, e più controlli. Fino a quando però la maggior parte dei cellulari finirà in discariche che non sono in grado di smaltirli correttamente bisogna pensare ad altre strategie. Così per esempio la società olandese “Closing the loop” che offre un servizio a circuito chiuso per telefoni cellulari, propone di compensare ogni nuovo cellulare venduto in Europa con l’acquisto di un numero equivalente di apparecchi destinati alle discariche in Africa, che così potranno essere smaltiti correttamente. Il sistema funziona e permette di evitare l’aumento della montagna di rifiuti, creando posti di lavoro, migliorando le condizioni ambientali e mantenendo vivo il mercato dell’usato in Africa.

 

 

 

Evitare i rifiuti

Come evitare di creare rifiuti: alcune soluzioni       

Quali soluzioni un consumatore attento potrebbe adottare per incentivare un’economia circolare e ridurre così la montagna di rifiuti elettronici?

Prima di procedere all’acquisto di uno smartphone bisogna pensare cosa fare di quello che non si utilizzerà più. Sempre più sia gli operatori della telefonia mobile sia produttori stessi offrono il ritiro del vostro smartphone usato. Ma prima di riconsegnarlo occorre valutare se non valga la pena ripararlo.


Fonte: lastoriadellecose.com
 

Allungare la vita al proprio cellulare

Nel caso che lo smartphone sia rotto si potrebbe pensare di aggiustarlo. Sempre più operatori e altri specialisti del settore offrono un servizio di riparazione che va dalla sostituzione dello schermo o della scocca, alla sostituzione della batteria, fino alla riparazione di danni dovuti ad acqua o alla rottura di specifici componenti come l’apparecchio fotografico, il microfono, gli altoparlanti, vari pulsanti, ecc. oppure problemi di Anche i problemi legati al software possono essere sistemati. Inoltre, gli specialisti riconosciuti offrono, per queste riparazioni, delle garanzie sia sulla riparazione stessa sia sui ricambi utilizzati. Negli ultimi anni i prezzi per questo tipo di servizio sono diventati più accessibili, anche grazie all’aumento della concorrenza e quindi interessanti per il consumatore medio.
 

Far smaltire correttamente il proprio cellulare

Se invece si è decisi a voler sostituire il proprio smartphone vale la pena di far smaltire correttamente quello inutilizzato. Nel caso sia rotto lo si può riconsegnare gratuitamente in un negozio che vende cellulari oppure consegnarlo in uno dei oltre 600 centri di raccolta SWICO sparsi in Svizzera. Da qui, gli apparecchi finiscono direttamente ad uno dei partner di riciclaggio dove vengono smontati in modo corretto e la vendita delle materie prime ricavate contribuisce al finanziamento delle attività legate al riciclaggio delle apparecchiature. Se donato in beneficienza, il ricavato dalla vendita delle materie prime verrà utilizzato a tale scopo.  

 

Rimettere in circolazione l'usato

Nel caso invece che il proprio smartphone sia ancora funzionante lo si può riconsegnare in un negozio, contro un compenso oppure donandolo per uno scopo benefico. Se il cellulare è di recente fabbricazione e in buone condizioni, questi viene ripulito, il software aggiornato e i dati cancellati da operatori specializzati. Una volta rimessi in buone condizioni possono essere rivenduti come ricondizionati.  

 

Acquistare un telefonino ricondizionato o di seconda mano 
 

Come acquirente posso scegliere di non volere a tutti i costi un telefono di ultima generazione e quindi sceglierne uno già usato. Tante piattaforme internet di compra-vendita permettono ai privati di vendere il proprio cellulare usato. Qui si possono trovare smartphone in tutte le possibili condizioni, da apparecchi praticamente nuovi ad apparecchi piuttosto vecchi, riparati e non. Con pazienza è possibile scovare il buon affare!

Volendo andare più sul sicuro si può scegliere di acquistare un usato ricondizionato, questo si trova dai rivenditori e dai produttori stessi, di solito con almeno un anno di garanzia. Per il consumatore un’ottima opportunità di risparmiare qualche soldo senza correre troppi rischi.
 

Scegliere uno smartphone equosolidale

Una scelta più drastica può essere quella di acquistare un Fairphone, un cellulare sostenibile che punta su materiali più equi, riciclati ed estratti responsabilmente e sulla longevità grazie alle componenti sostituibili.

Sempre più grandi marchi e operatori di telefonia mobile sono attenti ai vari aspetti della sostenibilità, questo tipo di approccio è in constante evoluzione come lo si evince per esempio da quanto dichiarato da Swisscom: “entro la fine del 2025 desideriamo contribuire a migliorare in modo sostanziale le condizioni di lavoro di più di due milioni di persone in tutto il mondo, e a questo scopo ogni anno effettuiamo infatti delle verifiche sotto forma di audit”.

 

Fonti

Le fonti, per andare oltre

La repubblica dei rifiuti elettronici
Ogni anno il mondo produce più di 40 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (conosciuto anche come electronic waste). Dei rifiuti prodotti, solo una piccola parte – circa il 15,5 per cento nel 2014 – viene riciclata con metodi efficienti e sicuri per l’ambiente. Consulta questo dossier della rivista Internazionale, con la mappa interattiva per produzione di rifiuti in ogni paese del mondo e videoreportage.

Il caso dei pannelli solari
Simile a quanto succede con gli smartphone anche per i pannelli solari esiste una cosiddetta "seconda vita" che termina troppo presto nelle discariche nel Sud del mondo. Leggi l'approfondimento su tio.ch (Focus)

Swico: riciclaggio e smaltimento
I privati hanno due possibilità per smaltire i propri apparecchi in modo gratuito ed ecologico: in casi eccezionali è anche possibile effettuare ritiri a pagamento. Scopri tutto quello che c'è da sapere sul come riciclare e smaltire i rifiuti elettronici in Svizzera. Maggiori informazioni per il Ticino presso l'Azienda Cantonale dei Rifiuti.

Fairphone - Il cellulare equosolidale
Dalla terra alla tasca, il viaggio di uno smartphone è pieno di pratiche inique. Crediamo che un’industria dell’elettronica più equosolidale sia possibile: cambiando le cose all’interno dell’industria, stiamo dando voce a coloro che hanno a cuore tutto ciò. Scopri di più su questo cellulare e leggi una recensione dell'ultimo nato (pianetacellulare.it, 28.8.2019)
Inoltre qui si trovano alcuni video sullo stesso tema: Il Creative Director di Fairphone a TEDx (sottotitolato) e una recensione originale del Fairphone 3 (in italiano).