La digitalizzazione

 
Questo approfondimento tematico fa parte del dossier pedagogico "Pronto, chi parla?"
 

Esso è completato dai seguenti temi:

 
Per ogni capitolo trattato sono messi in evidenza gli aspetti principali toccati:
società , ambiente , economia e le due dimensioni: spaziale (qui e in altri paesi) e temporale (passato, presente e futuro).
 
Il divario digitale

Lo smartphone pone un problema non solo in quanto oggetto che viene fabbricato e poi distrutto impattando sull’ambiente ma anche per il fatto di essere un oggetto sempre connesso, ciò lo pone al centro di questioni molto più ampie: economiche, geopolitiche e sociali.

Essere connessi nei paesi in via di sviluppo 

Sebbene non sia facile ottenere delle cifre eloquenti, la telefonia mobile e internet stanno conoscendo un'importante crescita nei Paesi in via di sviluppo. La comunicazione mobile permette un aumento degli scambi anche nelle zone rurali, dove strade, servizi postali e linee telefoniche fisse sono limitate o poco affidabili.


Fonte: Carte. Combien d’abonnés à la téléphonie mobile en Afrique ? (01.2020)

Per molti africani, lo smartphone è ormai importante quasi quanto l'elettricità, l'acqua o i servizi igienici. Secondo l'istituto di ricerche di mercato britannico Ovum, quasi 294 milioni di africani hanno usato uno smartphone nel 2016, e il loro numero è raddoppiato negli ultimi tre anni. Entro il 2021, questo numero dovrebbe superare i 900 milioni.

Lo smartphone è lo strumento più facile per accedere a Internet e permette a molti l'accesso all'informazione e all'educazione. Ma spesso manca la possibilità di caricarlo. Ecco perché, in Africa, il mercato dei modelli più semplici, quindi più economici e che consumano meno energia, rappresenta i 2/3 dei telefoni venduti.

Il divario digitale globale 

 

Il 60% della popolazione mondiale – ovvero circa 4.66 miliardi di persone - è connessa a internet, e di queste oltre il 90% lo sono grazie agli smartphone. In Africa, dove la rete fissa è la meno sviluppata al mondo (tre collegamenti ogni 100 abitanti), si contano 107 abbonamenti alla telefonia mobile ogni 100 abitanti nella zona del Nord Africa e Medio Oriente e 72 nella zona dell'Africa subsahariana. Se confrontate alle infrastrutture necessarie per la telefonia fissa, le antenne della rete mobile sono più facili da installare e più economiche. Non ci si deve quindi stupire se nella campagna africana ci sono più antenne che pali elettrici o fontane di acqua potabile. Il restante 40% della popolazione mondiale non ha accesso a internet, primeggiano India, Cina, Pakistan e Nigeria con 1.56 miliardi di persone non connesse, questo nonostante il continente asiatico sia in forte espansione economica, soprattutto grazie al traino delle grandi economie cinesi e indiane. 

Questo divario digitale è particolarmente forte nelle zone più rurali, sia cinesi sia africane dove vi è tuttora una carenza di infrastrutture e competenze digitali nonostante una crescita a ritmo vertiginoso della telefonia mobile. Contrariamente a quanto succede con Internet, non sapere leggere e scrivere non è un ostacolo per l'uso di un telefono cellulare; una carta vincente in numerosi Paesi africani dove il tasso di analfabetismo è tuttora elevato e questa forma di comunicazione ·presenta un vantaggio assolutamente incontestabile.

 

Le piccole imprese

 

Il telefonò cellulare è divenuto un importante strumento di comunicazione per le piccole imprese del Sud. Nelle regioni in cui i collegamenti stradali sono pessimi e i tragitti lunghi, il telefono cellulare permette di evitare degli spostamenti inutili. I piccoli commercianti e gli agricoltori, per esempio, lo utilizzano per contattare i propri fornitori e informarsi sui prezzi attuali di mercato. Nelle città, tassisti e altri prestatori di servizi collegati ad una rete mobile, vedono la loro clientela aumentare.

Fonte: Vodafone M-Pesa. La storia di Patrick

Un esempio virtuoso arriva dal Kenya dove già nel 2007, quando ancora in Italia l’utente medio aveva scarsa familiarità con i pagamenti attraverso gli smartphone, a Nairobi si cominciavano a pagare stipendi, bollette, tasse scolastiche e persino la frutta al mercato con il cellulare grazie al servizio di pagamento online (M-Pesa).

 

Opportunità e rischi futuri

 

In Europa genera ancora stupore il fatto che molti migranti e rifugiati dispongano di un cellulare. Queste persone affrontano viaggi su rotte insidiose, pericolose e lunghe. Per loro possedere uno smartphone è di fondamentale importanza per poter comunicare con la famiglia e scambiarsi le informazioni inerenti i rischi e le opportunità legate al viaggio. 

Alle nuove opportunità offerte dagli apparecchi cellulari, vanno controbilanciate le conseguenze causate dall'aumento massiccio della domanda di apparecchi. Un periodo di forte richiesta, come quello appena passato durante la pandemia, unito alla carenza di silicio proveniente dai paesi fornitori asiatici, ha infatti portato ad un'assenza di chip, un circuito elettronico miniaturizzato prodotto proprio con questa materia prima, che si fa sentire ancora oggi. I nuovi dispositivi lanciati sul mercato potranno quindi soddisfare solo in parte le numerose richieste dei consumatori.. Sembra però che l'impatto sui telefoni della carenza di alcune materie prime e componenti sia stato molto inferiore rispetto ad altri mercati come quello automobilistico, dei PC e di altre categorie hi-tech. Anche l'aggravarsi dei problemi ambientali legati allo sfruttamento delle risorse naturali e allo smaltimento dei rifiuti sono esempi di possibili conseguenze.

 
   
Usi e abusi

Essere connessi: usi e abusi 

Essere sempre connessi ha dei vantaggi importanti sia sul lavoro sia nel privato per la socializzazione quotidiana. Le informazioni e le notizie ci giungono in tempo reale, le e-mail possono essere lette dai dispositivi mobili in qualsiasi momento e i social media ci permettono di comunicare costantemente con un gran numero di persone. Inoltre, sempre più applicazioni ci permettono di guadagnare tempo, per esempio, pagando cibi e bevande dei distributori automatici semplicemente passando lo smartphone sullo schermo, oppure utilizzando delle app che calcolano i passi fatti in una giornata per verificare il bisogno di movimento necessario per un ottimale stato di salute. Sempre di più le persone non riescono a fare a meno del proprio smartphone perché al giorno d’oggi bisogna essere connessi, sempre (vedere anche il capitolo sulla Dipendenza da smartphone).

Si arriva a essere tutto il tempo con la testa immersa nel cellulare: ci si porta il caricatore ovunque per paura di non avere abbastanza batteria, lo smartphone fa parte dell’arredo della camera da letto (sempre acceso) e lo si guarda spesso, in qualsiasi momento, per paura di perdere qualche notifica. Questo tipo di comportamento ha un nome: ‘Nomofobia’ o ‘NO MObile phone PHOBIA’ e indica l’irrazionale timore di rimanere ‘sconnessi’. Il termine è stato coniato per la prima volta in Inghilterra nel 2008, durante uno studio commissionato dal governo britannico volto ad investigare la correlazione tra lo sviluppo di disturbi dello spettro ansioso e l'iper-utilizzo di mobile phones. Lo studio identificò nel 53% circa dei britannici che usavano mobile phones, elevati livelli di apprensione ed ansia quando "perdevano i propri cellulari, i cellulari si scaricavano e spegnevano, rimanevano senza credito per chiamare o messaggiare, o non avevano alcuna copertura del segnale". Per chi soffre di questo disturbo diventa fondamentale ristabilire il contatto con il mondo reale (piuttosto che con il mondo digitale), ristabilire interazioni interpersonali nella vita reale, faccia a faccia. Il trattamento della nomofobia risulta ad oggi ancora molto limitato, a chi è colpito viene suggerito di focalizzarsi su comportamenti che distraggono dall'impiego dello smartphone, quale la pittura, il giardinaggio, il giocare all'aria aperta, ecc.

Fonte: Sconfiggere la dipendenza da smartphone - 5 consigli pratici (youtube)

Se da una parte bisogna imparare a utilizzare lo smartphone sfruttandone i numerosi vantaggi, dall’altra bisogna fare molta attenzione a non abusarne per la propria salute e le conseguenze a volte nascoste e insidiose che l’essere sempre connessi comportano.

 

La privacy

I giovani in internet svolgono diverse attività: chattare con gli amici, flirtare con conoscenze fatte in rete, dialogare attraverso servizi di messaggistica istantanea e social media, condividere interessi e foto, guardare video su YouTube o serie in streaming, fare ricerche per i compiti scolastici e giocare a videogiochi. In questo modo si appagano il bisogno di appartenenza, scambio, apprendimento e intrattenimento. Ma rischiano anche di imbattersi in fenomeni quali fake news, contenuti estremisti e pornografici, molestie sessuali,  cyberbullismo e cybermobbing e lo sharenting.

Un rimedio sicuramente efficace contro i pericoli sempre più diffusi nella rete è la protezione dei propri dati e della sfera privata. Con gli smartphone è possibile farlo modificando le impostazioni: dalle password, ai vari profili, alla geolocalizzazione. È bene ricordarsi di controllare regolarmente le impostazioni, in particolare dopo importanti aggiornamenti del software.

 

Le bufale o fake news

L’84% dei giovani in Svizzera utilizza regolarmente le reti sociali come fonti di informazioni. Ma come distinguere una notizia vera da una falsa, un’immagine autentica da una manipolata? Questi fenomeni esistono da sempre, ma con l’avvento di Internet, e soprattutto dei social media, le bufale diventano subito virali. Ormai queste non si limitano più a proliferare soprattutto nei periodi pre-elettorali, ma fanno parte del nostro quotidiano. Solo nei primi 5mesi  del 2020 sono state pubblicate oltre mezzo milione di notizie false riguardo la pandemia di coronavirus, lo afferma uno studio della Cornell University che ha analizzato 38 milioni di articoli apparsi in quel periodo in inglese. Lo affermava anche Umberto Eco nel 2015 durante una lezione all’Università di Torino: «i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività». Visto che il 48% dei giovani si basa sulle proprie conoscenze per riconoscere le possibili bufale, è importante che la scuola, ma anche la società in generale, siano in grado di fornire degli strumenti utili a smascherare le falsità. 

Fonte: Riconoscere le Fake News (Sogei) 

Cyberbullismo 

Una persona può essere insultata o molestata tramite notizie false, foto manipolate, ma anche notizie e immagini, talvolta anche imbarazzanti, postate in chat private o sui social media. Spesso si inizia con una “innocente” presa in giro che poi si ripete, si amplia e può avere delle conseguenze molto gravi. Questi messaggi di minaccia e attacchi online ripetuti sono una forma di bullismo e spesso chi ne è vittima non osa parlarne, nonostante che il cyberbullismo sia punibile penalmente.

Per avere un’idea della grandezza del fenomeno in Svizzera basti pensare ai due seguenti dati: al 25% dei giovani è capitato che qualcuno volesse danneggiare la loro immagine in internet e  il 30% delle vittime soffre per l’atto subito ancora molto tempo dopo. Purtroppo, alcune volte si va talmente oltre che dei giovani si tolgono la vita per le angherie o lo smacco subiti. È capitato anche in Svizzera nel 2017 quando Céline Pfister di 13 anni si tolse la vita perché una sua foto osé, inviata al ragazzo che le piaceva, era stata pubblicata su Snapchat da un’amica del ragazzo.

Fonte: Di cyberbullismo si muore (dossier rsi)

Secondo Angelo Consoli, esperto di sicurezza informatica e professore alla SUPSI, il 90% del cyberbullismo, anche grazie alla facilità d’accesso a internet con gli smartphone, avviene tramite cellulare. Arginare questo fenomeno risulta difficile, ma un deterrente alla diffusione di contenuti sensibili potrebbe essere quello di introdurre nelle varie piattaforme un algoritmo che blocchi l’invio di foto e messaggi compromettenti chiedendo “sei sicuro di voler postare questo?”. Questo approccio potrebbe essere efficace in quanto, soprattutto i giovani, agiscono d’impulso.

 

Sharenting

Solo il 30% dei giovani si preoccupa delle visibilità delle informazioni personali sulle reti sociali. Il 32% di essi è già comparso in una foto o in un video online senza averne dato il consenso. In questo ambito si aggiunge anche lo “sharenting”, neologismo formato dalle parole sharing, condivisione e parenting, genitorialità, ovvero l’abitudine sempre più diffusa dei genitori di condividere tramite i social media foto e video dei propri figli. Una volta nella rete però, un’immagine vi rimane per sempre, e può essere riconducibile alla persona anche quando questa è adulta (senza che questa abbia mai avuto la possibilità di dare il consenso alla sua pubblicazione). Queste foto potrebbero anche essere usate in atti di cyberbullismo col rischio di esposizione ad intimidazioni o molestie online.
 

 

Il 5G

Le nuove connessioni, l’avvento del 5G 

 

Ogni anno, la quantità di dati trasferiti sulla rete mobile raddoppia. L'introduzione della terza generazione, il 3G (UMTS) a metà degli anni 2000 ha segnato un grande cambiamento per la fruizione di internet dalla rete mobile, e l’avvento della quarta generazione 4G (LTE) dal 2012 hanno finora permesso di aumentare notevolmente la velocità di trasmissione dei dati soddisfacendo le esigenze. Oggi, però, queste tecnologie stanno raggiungendo i propri limiti. Con l'introduzione del 5G sarà possibile aumentare notevolmente le capacità della trasmissione dati.

Rispetto alle attuali tecnologie di comunicazione mobile (3G e 4G), il 5G presenta vantaggi essenziali soprattutto per lo sviluppo delle nuove tecnologie.


Fonte: Comunicazione mobile: evoluzione verso il 5G (UFCOM, 19.08.2021)

I vantaggi del 5G:

  • il tempo di reazione (latenza) è inferiore a un millisecondo, ossia da 30 a 50 volte meno rispetto al 4G,
  • la velocità di comunicazione di 10 Gbit/s, ossia 100 volte superiore a quella del 4G,
  • il numero di terminali che si possono connettere contemporaneamente è moltiplicato per 100, permettendo un milione di oggetti connessi per chilometro quadrato.

 

Gli sviluppi delle nuove tecnologie spingono dunque all' acquisto di nuovi apparecchi e rende i modelli precedenti evidentemente obsoleti. Delle proiezioni prevedono che le spedizioni di smartphone di ultima generazione raggiungeranno 1,38 miliardi di unità nel 2021, con un aumento del 7,7% rispetto al 2020. Si tratta della più grande crescita, in percentuale, dal 2015. Tendenza che continuerà pure nel 2022 con un’ulteriore crescita del 3,8%, con spedizioni pari a 1,43 miliardi.

Alla Cina dovrebbe andare quasi il 50% di tutte le spedizioni annuali di smartphone 5G mentre, nei mercati emergenti, è ancora forte la domanda di telefoni 4G di fascia media e bassa, dopo il rallentamento degli acquisti causato dalla pandemia.

 

Le connessioni terrestri in Svizzera

Se da una parte i nuovi servizi offerti dal 5G portano indubbiamente dei vantaggi, dall’altra vi sono delle paure legate all’installazione di nuove antenne. Queste nuove installazioni sono necessarie per aumentare la capacità della rete 4G (dato che il volume dei dati trasmessi raddoppia quasi tutti gli anni) e per attivare il 5G visto che, soprattutto nelle zone urbane, la maggior parte delle antenne esistenti sfrutta già tutto il contingente di trasmissione dei dati disponibile. La Confederazione prevede dei valori limite per le radiazioni delle antenne di telefonia mobile più severe rispetto alla maggioranza dei Paesi europei. Nonostante ciò, una buona parte della popolazione Svizzera è contraria al 5G come dimostra uno studio di bonus.ch del 2020.


Fonte: https://www.bonus.ch/Pdf/2020/Telefonia-mobile-5G.pdf

Le risposte relative alle motivazioni dei partecipanti contrari al 5G fanno rilevare differenze regionali importanti. I rischi per la salute sono la prima preoccupazione per il 75.6% degli Svizzeri italiani, mentre questo dato arriva unicamente al 41% sul versante germanofono; gli Svizzeri tedeschi sono in effetti significativamente divisi tra l'aspetto della salute e quello relativo ai rischi ambientali: il 40.4% degli utenti di questa regione linguistica si preoccupa principalmente dell'impatto ambientale del 5G, percentuale che scende al 17.1% per gli Svizzeri di lingua italiana e al 25.7% per i Romandi.

 

Le connessioni intercontinentali

Il 99% delle connessioni intercontinentali (internet e telefonia) avviene tramite cavi sottomarini. Fino a poco tempo fa, le grandi compagnie nazionali di telecomunicazioni erano le sole responsabili della loro gestione e implementazione. Tuttavia, negli ultimi anni, i grandi gruppi web, i GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft), hanno fatto una concorrenza spietata alle compagnie di comunicazione per collegare il mondo a Internet e alla telefonia mobile e, a partire dal 2019, possiedono più del 50% dell'infrastruttura.


Fonte: https://www.submarinecablemap.com/#/

Queste connessioni intercontinentali rappresentano una grande sfida economica, poiché da un lato è attualmente il modo più efficiente per aumentare ulteriormente le quote di mercato e dall'altro permette di controllare i preziosi dati che vi circolano, spesso paragonati al "petrolio del XXI secolo". Il fatto che queste infrastrutture non possano essere create o mantenute dagli Stati non è trascurabile e dà a poche multinazionali un controllo quasi illimitato su un settore che è onnipresente e attualmente molto poco regolamentato, nonostante i suoi grandi impatti sulle popolazioni: accesso alle informazioni, rispetto della privacy, salute.

 
Energia

Connessione e consumo energetico 

 

Uno studio del 2018 di due professori dell'Università canadese McMaster, che si sono chinati sulla filiera produttiva dei dispositivi mobili e anche sui data center che elaborano e conservano i dati dei telefonini, afferma che nel giro di pochi anni gli smartphone saranno i dispositivi più dannosi per l'ambiente. Sebbene consumino un modesto quantitativo di energia durante l'utilizzo, ben l'85% del gas serra prodotto da questa categoria proviene dal loro ciclo produttivo. In particolare, la produzione di un nuovo smartphone – e l’estrazione dei rari materiali che si trovano al suo interno – richiede lo stesso consumo di energia di dieci anni di utilizzo di un apparecchio.

Negli ultimi anni il consumo di traffico dati è cresciuto ad una media del 52,7% annui, e con l’avvento del 5G, si stima che questo consumo triplicherà negli anni venturi.

Fonte: prontobolletta.it

In uno studio dell’Alto Consiglio francese sul clima, svolto nel 2020, si prevede per il 2030 un incremento delle emissioni di gas serra   in dieci anni quantificato tra 2,7 e 6,7 milioni di tonnellate di CO2-equivalenti. Questo aumento è dovuto alla produzione degli smartphone, ma anche alla costruzione di nuove reti di telecomunicazione e di data center per gli innumerevoli servizi di cloud, necessari per il loro buon funzionamento. Internet ha prodotto nel 2018 circa il 4% delle emissioni globali di CO2 e si stima arriverà al 14 % in meno di vent’anni.

 

Quanto inquina il mio smartphone?

A questo punto viene spontanea la domanda: quanto inquina ognuno di noi con il proprio telefono? La risposta naturalmente dipende in larga misura dall’utilizzo e dai relativi parametri. Per esempio, nel 2020 gli italiani hanno consumato una media di 9,1 GB al mese che corrisponde a consumo energetico pari a 68,25 KWh d’energia. Da qui il calcolo diviene abbastanza semplice, per ogni GB consumato in 4G, si utilizzano 7,5 KWh d’energia e poiché in Italia ogni KWh d’energia prodotta rappresenta in media 0,36 kg di emissioni di CO2, ogni GB di dati mobili consumati equivale ad un’emissione di 2,325 kg di CO2.

Anche se al giorno d’oggi il traffico di dati mobili rappresenta una parte minore delle emissioni mondiali di CO2, i dati dimostrano che ben presto, data la repentina ed esponenziale crescita, diventerà un fattore incontrollabile. Molte app consumano un gran numero di dati e sono soprattutto le app di streaming le principali indiziate. Nel concreto, i flussi video rappresentano circa l’1 % delle emissioni mondiali di CO2.

Con il calcolo dell’impronta ecologica è possibile stimare in pochi secondi il proprio consumo medio annuo di dati mobili e le relative emissioni di CO2. Inoltre, nel risultato è indicato anche quanti alberi si dovrebbero piantare ogni anno per compensare le proprie emissioni. Ecco un esempio di calcolo:

Prova a calcolare la tua impronta ecologica cliccando qui.

 
Fonti

Le fonti, per andare oltre

Divario digitale globale, cos’è e perché nel post Covid si rischia la diseguaglianza sociale
Nel mondo quasi una persona su due non ha accesso a Internet. Un divario digitale acuito dalla crisi pandemica. Per questo il World Economic Forum ha lanciato l’allarme sulle “diseguaglianze digitali”. I dati globali e il focus sull’Italia. Leggi l'articolo completo (12.02.2021) e guarda il video di TEdTalk: riduciamo il divario digitale (17.06.2018)

La crisi dei rifugiati vista attraverso il loro smartphone
Un breve video racconta l'arrivo di un migrante in Europa. Il punto di vista è originale: lo schermo dello smartphone di un rifugiato. Guarda il video prodotto dalla BBC Media Action.

Nomofobia, cos'è e perché è allarme
Da una breve introduzione sul termine si passa a una breve analisi dei sintomi di questo disturbo psicologico e le possibile misure e terapie. Leggi l'articolo su KOS Care (23.07.2019)

Giovani e media - Portale informativo per la promozione delle competenze mediali
Essere sempre connessi comporta il rischio di imbattersi in fenomeni quali fake news, contenuti estremisti e pornografici, molestie sessuali o ciberbullismo. In questa rubrica vi informiamo sui principali temi concernenti l’utilizzo dei media digitali da parte dei bambini e dei giovani. Consulta il dossier.

L'importanza di non credere a tutto
Hanno le gambe corte ma corrono veloci: sono le fake news. Un cacciatore di bufale, un sociologo e un giornalista ci aiuteranno a capire che è fondamentale essere scettici e quanto le fake news siano tutt’altro che una novità. Leggi l'articolo sulla rivista cooperazione (18.01.2021)

Di cyberbullismo si muore
Nella rubrica "oltre la news" la RSI ha assemblato un dossier attorno al tema del cyberbullismo con l'intervista ai genitori di Céline Pfister, la tredicenne che si tolse la vita a causa di una sua foto intima resa pubblica, un dibattito a Modem, interventi a Uno Oggi e ancora una testimonianza ticinese alla Cronache (Rete 1) e al Quotidiano. Consulta il dossier (rsi 9.02.2021)

Lo sharenting
Il pericolo per i bambini passa per le foto in rete. Come evitare di esporre i propri figli ai rischi della sovraesposizione nei social media. Leggi l'articolo su tio.ch (20.03.2021)

Telefonia mobile e 5G – Chiarita la gestione delle antenne adattive
Aiuto all’esecuzione per la gestione delle antenne adattative con un documento che fornisce chiarezza su come calcolare le radiazioni di queste antenne nel rispetto del livello di protezione vigente. Con una serie di risposte alle domande più frequenti sulla telefonia mobile e sul 5G. Consulta il dossier dell'UFAM (23.02.2021) 

Tecnologia 5G: i rischi per la salute preoccupano gli abitanti della Svizzera italiana
L'annuale indagine di soddisfazione condotta dal comparatore online bonus.ch sul tema delle telecomunicazioni mostra che oltre il 75% degli Svizzeri italiani che si sono dichiarati sfavorevoli all'introduzione della tecnologia 5G ha addotto come motivazione timori per la propria salute. Leggi la sintesi dello studio su bonus.ch (4.3.2020)

Cavi sottomarini, ecco come la francese Orange nuota con Google e Facebook
Dopo Dunant con Google, il colosso di tlc francese Orange si prepara a mettere in servizio con Facebook un secondo cavo sottomarino collegato agli Stati Uniti. Tutti i dettagli in questo articolo di START Magazine (9.2.2021)

5G, scatta l’allarme CO2: i consumi energetici triplicheranno in 10 anni
La stima in uno studio dell’Alto consiglio per il clima commissionato dal Senato francese che chiede all’Ue modifiche nel nuovo Codice delle Comunicazioni. Leggi l'articolo di NetworkDigital360 (21.12.2020).

Smartphone i dispositivi più inquinanti entro il 2020
Gli smartphone saranno i dispositivi più dannosi per l'ambiente entro il 2020. Sebbene consumino un modesto quantitativo di energia durante l'utilizzo, ben l'85% del gas serra prodotto da questa categoria proviene dal ciclo produttivo, ma non solo. Leggi la notizia ansa hi-tech (12.3.2018)