Tramite il gioco “giardini di cemento” la futura docente Francesca Meli, seguita dal formatore Tommaso Corridoni (DFA), ha voluto ricostruire insieme ai bambini la scoperta del proprio territorio.
Questo afferma Francesca. "Non ha senso partire con un’attività del genere senza tener conto dei reali bisogni dei bambini". Per questo il gioco è partito da un loro stimolo: l’apprezzamento degli spazi verdi, per giocare, e la necessità di avere comunque spazi edificati, come casa e scuola: da qui il nome “giardini di cemento”. "La ricerca, in un gioco, di un equilibrio fra aspetti contrastanti come il verde e il cemento in un paese, per i bambini di SI è infatti un approccio ESS", conferma Tommaso Corridoni, come trattare poi il bisogno di alimentarsi: “ci vuole un negozio di generi alimentari, ma possiamo pure fare un orto urbano per procurarci del cibo!”
La vera sfida sta nel ridurre un intero paese su una tavola da gioco. Per aiutare a conoscere gli spazi reali la maestra ha quindi introdotto prima lo stagno del Paü, un riferimento per i bambini di Coldrerio, poi il percorso casa-scuola e infine le loro abitazioni. Questo intervento ha permesso ai bambini di scoprire la realtà del territorio in cui vivono rafforzando la consapevolezza dell’essere cittadino. Francesca continua il suo racconto:
"Quando la realtà supera la fantasia
occorre ampliare il gioco."
Bisognava aggiungere dei servizi importanti: “Alla mia domanda: - come mai non ci sono i pompieri e l’ospedale a Coldrerio? – una bambina ha risposto: - ma tu dove li metti, che qui non c’è spazio!? – spiegandomi che per questo si trovano a Mendrisio". Così, dalla tavola di gioco, Coldrerio è stata ricostruita su una ben più grande tovaglia.
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