La pace

Per pace s'intende uno stato di calma, spesso caratterizzato da un'assenza di violenza o di conflitto tra gli esseri umani. La costruzione della pace è multidimensionale e a più livelli: interiore, interpersonale, interculturale, mondiale, ecc. Si tratta quindi di un processo complesso e a lungo termine. La pace è anche un processo positivo, partecipativo e quindi educativo. Essa permette di promuovere l'empatia, il dialogo, l'ascolto degli altri, lo spirito di tolleranza e di diversità, ecc. In questo senso, la pace e la ricerca della pace riguardano fondamentalmente la scuola e la formazione. L'educazione alla pace è, per esempio, uno strumento fondamentale per consentire all'individuo di vivere in armonia con sé stesso, la società e la natura.

A livello individuale, la pace è uno stato, un saper essere, basato su una ricerca della serenità interiore. Si tratta di essere consapevoli e benevoli nei confronti delle proprie esigenze e di saper favorire il proprio benessere.

In modo più trasversale e inclusivo, la scuola come luogo di vita, lavoro e apprendimento è anche un luogo di molteplici socializzazioni dove si verificano inevitabili conflitti tra bambini/giovani, casi di bullismo, disaccordi tra persone in formazione e corpo docenti o tra colleghi. Pertanto, la lotta contro la cultura della violenza, dotando gli allievi di strumenti che permettano loro di tornare a una situazione di pace e di mantenerla per il benessere di tutti, così come la promozione della cultura della pace rientrano nelle missioni della scuola.

L'attualità mondiale ha delle ripercussioni sulla scuola perché quest'ultima accoglie persone in formazione colpite più o meno direttamente dalla guerra o dall'esilio e le cui conseguenze devono essere ancor più prese in considerazione dalla scuola o dall'azienda formatrice. Questi allievi, questi giovani, hanno anche bisogno che la loro situazione sia capita dai loro compagni.

«Fatti e dati»

L'ONU, d'altronde, identifica la pace come uno degli obiettivi da raggiungere nell'Agenda 2030 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS). Per vivere in pace e risolvere situazioni conflittuali occorre dapprima capirne le molteplici dimensioni. L'educazione allo sviluppo sostenibile vi contribuisce, sostenendo una visione globale e mettendo in evidenza le varie interazioni e la complessità della tematica, e allo stesso tempo promuovendo nelle persone in formazione competenze come pensare in modo sistemico, cambiare prospettiva, pensare in modo critico e costruttivo, collaborare e contribuire a processi collettivi.

Il tema della pace coinvolge le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. Possibili punti di partenza:

• società: diritti del fanciullo e diritti umani, bullismo tra allievi, convivenza, etnocentrismo, mediazione, ecc.;
• ambiente: biodiversità, difesa del proprio territorio o branco, convivenza tra esseri umani e animali, preoccupazioni ecologiche, rispetto per la natura, esigenze e risorse naturali e di spazio, ecc.;
• economia: budget per la sicurezza e il mantenimento della pace, spese militari, accordi commerciali, esigenze di possesso, ecc.

…basandosi allo stesso tempo sui molteplici contesti che ne derivano in termini di:

• tempo: contesto della fondazione della Croce Rossa o dell'ONU, scambi intergenerazionali, ecc.;
• spazio: scambi interculturali, concezioni diverse della pace secondo le culture e le religioni, significato della parola pace (pax, eirene, salaam, shanti, shalom), risorse globali e locali, ecc.

Nuvola di parole-chiave

Lavorare con il documento fotocopiabile nuvola di parole-chiave (PDF), adattato al livello scolastico, permette di visualizzare i collegamenti tra i temi legati alla pace. La "nuvola di parole" può essere utilizzata in vari modi: per inserire un argomento, per raccogliere le conoscenze esistenti (rappresentazioni), per discutere i legami con la sostenibilità, per approfondire un argomento e svilupparlo, per definire sottotemi, ... Le parole possono poi essere integrate nel diagramma dello sviluppo sostenibile.
Per gli allievi più giovani, si può lavorare a partire da parole semplificate o da immagini.

L'illustrazione contiene una selezione di parole chiave sul tema. Le parole chiave non sono esaustive, bensì possono essere completate.

«Nuvola di parole»

Aiutando gli allievi, studenti e apprendisti a sviluppare e mettere in pratica competenze psicosociali come l'empatia, la comunicazione verbale e non verbale, l'autoregolazione emotiva, la capacità di ascoltare gli altri e di prendere in considerazione prospettive diverse o la capacità di prendere decisioni e di gestire i conflitti, gli insegnanti e i formatori favoriscono un clima di apprendimento rilassato e contribuiscono a ridurre la violenza tra pari.

Come fare allora nella pratica? Quali metodi adottare? La pace e la costruzione della pace si prestano perfettamente ad un insegnamento interdisciplinare, ad iniziare dalle questioni problematiche (descritte di seguito).

Come introduzione all’insegnamento dell’ESS, si raccomanda di scegliere una domanda che pone un problema, ossia una domanda a cui non c'è una risposta evidente, unica, ma su cui si può discutere, riflettere, formulare delle ipotesi. Nello specifico per esempio: "La pace è l'assenza di conflitto?" Ad essere in primo piano non è quindi la risposta giusta da dare, bensì è la ricerca discorsiva di possibili soluzioni. La domanda-problema relativa all'ESS è aperta, si ricollega al mondo e alla vita degli allievi, studenti e apprendisti, è complessa, stimola la curiosità, non consente di fornire una chiara risposta affermativa o negativa, coinvolge il maggior numero possibile di aspetti e interessi e invita a riflettere e ad agire. Costituisce quindi il filo conduttore del lavoro, dalla pianificazione all'attuazione da parte dell'insegnante, e la risposta fornita sarà argomentata, senza necessariamente essere definitiva. La domanda-problema è anche importante per l'intera società e può essere sviluppata a patto di includere le prospettive dei vari attori e di prendere in considerazione gli aspetti ecologici, economici, sociali, sanitari, geografici e temporali. Un tale approccio permette di allenare le competenze psicosociali, segnatamente la comunicazione, lo spirito critico e il pensiero creativo, il processo decisionale e l'apertura alla diversità. Permette anche di mostrare ai bambini e ai giovani che il loro parere conta, ciò che li aiuterà a sentirsi riconosciuti nelle loro competenze.

Esempi di domande-problema (da adattare in funzione delle varie fasce d’età)

• Cosa significa la pace per me?
• Come possiamo associare la pace interiore, la pace tra pari e la pace nel mondo?
• Quali metodi favoriscono la risoluzione dei conflitti?
• Quanto costa la pace, qui e nel mondo?
• In che modo la pace contribuisce allo sviluppo sostenibile e viceversa?
• Come possono gli esseri umani e gli animali vivere in armonia su uno stesso territorio?
• La natura è un rifugio, uno spazio in cui regna la pace?
• ecc.

 
Idee di attività

• Cos'è la pace per me, per te e per noi? Partendo da una domanda semplice ma filosofica, discutere e identificare collettivamente ciò che può promuovere o ostacolare la pace in classe.
• Esplorare vari metodi e strategie, per esempio tecniche di rilassamento, la meditazione, il bagno di foresta (Shinrin-Yoku), la colorazione di mandala, l'introspezione, ecc.
• Riconoscere i diritti del fanciullo in una prospettiva di educazione alla pace. Distinguere tra i diritti del fanciullo e quelli dell'adulto. Identificare i diritti del fanciullo relativi alla pace interiore e attorno a sé. Discutere su come rispettare e difendere questi diritti in classe.
• Creare un video (o un altro supporto) che presenti un metodo di risoluzione dei conflitti.
• Istituire un rituale di riparazione in caso di incomprensione/conflitto in classe. Inventare insieme le regole di un nuovo gioco, ideato dagli stessi allievi, basato sulla gentilezza e sulla benevolenza.
• Partire da una situazione conflittuale, reale o immaginaria, e sperimentare una sessione di giustizia basata da un lato sul diritto e sulla sanzione e, dall'altro, sul principio di riparazione e riconciliazione. Paragonare.
  Possibili fonti (in francese):
  Programma di sviluppo delle Nazioni Unite: Tribunali di villaggio: per una giustizia più veloce;
  Human rights watch: giustizia compromessa. L'eredità dei tribunali comunitari “gacaca” del Ruanda.
• Invitare una persona di una minoranza culturale o religiosa a testimoniare. Andare a visitare un centro culturale o un luogo di culto nelle vicinanze.
• Applicare il triangolo di Galtung (cfr. scheda "Fatti e dati") a un conflitto attuale (Siria, Yemen, Ucraina, ecc.) o passato. Trarne conclusioni.
• Discutere la riassegnazione di determinati siti: per esempio ex caserme militari utilizzate per accogliere i migranti o aree d'importanza per la biodiversità su ex terreni militari, considerando anche la problematica delle mine inesplose.
• Paragonare i budget dedicati all'esercito e al mantenimento della pace con quelli di altri settori come l'educazione, la salute, lo sviluppo sostenibile, ecc. Trarne delle conclusioni.
• Analizzare un conflitto territoriale tra specie – animali selvatici che si stabiliscono in città, pastori o agricoltori che si sentono invasi da lupi, linci, ecc. – e le soluzioni ipotizzabili.
• ecc.

La pace implica un processo dinamico che mira sia alla risoluzione costruttiva dei conflitti sia alla tessitura di relazioni interpersonali armoniose nel tempo per favorire la convivenza. Si tratta di un processo collettivo che richiede però il coinvolgimento personale di tutti. Nel contesto della scuola e della formazione, la forma di violenza più riconosciuta e vissuta nel mondo è il bullismo scolastico. Le seguenti domande-problema e idee d'attività possono fornire delle piste per istaurare una cultura della pace nella scuola o nell'istituto di formazione.

Esempi di domande-problema (da adattare in funzione delle varie fasce d’età)

• Come favoriamo lo sviluppo di competenze psicosociali nelle nostre persone in formazione e di competenze professionali nel nostro personale, sia esso insegnante o meno?
• Come possiamo istaurare e coltivare una cultura del dialogo nel nostro istituto?
• Nella nostra scuola come sono organizzati in modo interdisciplinare e trasversale i progetti e le attività in relazione alla pace?
• Che tipo di mediazione esiste e funziona nella nostra scuola, nella nostra azienda? Come possiamo mantenere una situazione di pace nelle nostre relazioni interpersonali?
• Che accoglienza riserviamo e che presa a carico offriamo alle persone in formazione provenienti da paesi in guerra o in balia di grande difficoltà? Come possiamo aiutarli a trovare la pace e la sicurezza per continuare la loro istruzione o formazione?
• ecc.

Idee di attività

Per esempio si potrebbe:

• Tenere un blog o gestire un sito per scambiare consigli utili e trucchi per mantenere la propria pace interiore.
• Organizzare regolarmente laboratori (discussioni, giochi di ruolo, pantomime, bricolage, indovinelli, storie) a scuola o nell'azienda formatrice in cui gli allievi e le persone in formazione affrontano i temi del conflitto, dei sentimenti, della rabbia, della comunicazione, dell'ascolto, dell'empatia, dell'autostima, della ricerca di soluzioni e della risoluzione dei conflitti.
• Organizzare campagne di sensibilizzazione sulle misure di lotta al cyberbullismo per tutta la comunità scolastica.
• Organizzare dei teatri forum o teatri partecipativi incentrati sui conflitti e sulla loro risoluzione. Per esempio, iniziare con una scenetta che porta a un conflitto e cercare di trovare soluzioni interpretando le possibili scene.
• Organizzare una merenda intergenerazionale, interculturale, interreligiosa, ecc., per instaurare un dialogo pacifico.
• Simulare un'assemblea generale dell'ONU per sviluppare le tecniche di dibattito, rispettando la diversità delle opinioni.
• Istituire un consiglio degli allievi.
• Istituire un comitato misto (insegnanti, persone in formazione, genitori, ecc.) incaricato di trattare questioni sensibili (uguaglianza, discriminazioni, ecc.).
• Lanciare un progetto Peacemaker a scuola.
• ecc.

Altre risorse sono disponibili sul sito seguente: Prevenzione della violenza della rete delle scuole21.